LA PREDISPOSIZIONE DI UN PIANO ECONOMICO FINANZIARIO PER PARTENARIATI PUBBLICO-PRIVATI
Il Piano Economico Finanziario (PEF) è lo strumento che consente di rappresentare, in forma analitica e prospettica, la sostenibilità economica e finanziaria di un progetto di Partenariato Pubblico-Privato (PPP). Esso riassume le dimensioni tecniche, economiche e contrattuali dell’iniziativa e costituisce la base per la valutazione dell’equilibrio economico-finanziario dell’operazione, sia per il soggetto pubblico concedente sia per l’operatore privato.
A differenza di un budget aziendale, che misura l’andamento gestionale, il PEF vuole individuare l’equilibrio del PPP. A questo scopo, il PEF calcola i flussi di cassa dell’intera operazione, lungo tutta la durata della concessione, includendo investimenti iniziali, contributi e fonti di finanziamento, ricavi e costi operativi.
Il suo obiettivo non è la massimizzazione dell’utile, ma la verifica della sostenibilità finanziaria e della remunerazione del capitale investito.
Nel PEF è determinante il rapporto tra le seguenti variabili:
- maggiore è l’entità dell’investimento iniziale, più elevato sarà il fabbisogno di capitale e la necessità di flussi di cassa operativi;
- il margine operativo lordo (dato dalla differenza tra ricavi di gestione e costi operativi) deve essere sufficiente a rimborsare i finanziamenti ottenuti e garantire un rendimento adeguato all’investitore.
Gli obiettivi fondamentali e output essenziali di un PEF sono due:
• la sua durata, che ne influenza direttamente la sostenibilità finanziaria: un orizzonte più lungo consente di diluire i costi, ma aumenta l’esposizione al rischio di performance;
• il VAN (Valore Attuale Netto) da conseguire, che deve essere positivo e prossimo allo zero: ciò indica che il progetto è sostenibile e in equilibrio, senza profitti ingiustificati né deficit strutturali.
I due elementi si condizionano reciprocamente e derivano dalle previsioni economiche e finanziarie dell’investimento e della gestione della concessione. In senso opposto, le previsioni economiche e finanziarie del PEF devono essere riviste a seconda della combinazione di durata e VAN che costituiscono obiettivo del PEF.
A differenza di un budget aziendale, che misura l’andamento gestionale, il PEF vuole individuare l’equilibrio del PPP. A questo scopo, il PEF calcola i flussi di cassa dell’intera operazione, lungo tutta la durata della concessione, includendo investimenti iniziali, contributi e fonti di finanziamento, ricavi e costi operativi.
Il suo obiettivo non è la massimizzazione dell’utile, ma la verifica della sostenibilità finanziaria e della remunerazione del capitale investito.
Nel PEF è determinante il rapporto tra le seguenti variabili:
- maggiore è l’entità dell’investimento iniziale, più elevato sarà il fabbisogno di capitale e la necessità di flussi di cassa operativi;
- il margine operativo lordo (dato dalla differenza tra ricavi di gestione e costi operativi) deve essere sufficiente a rimborsare i finanziamenti ottenuti e garantire un rendimento adeguato all’investitore.
Gli obiettivi fondamentali e output essenziali di un PEF sono due:
• la sua durata, che ne influenza direttamente la sostenibilità finanziaria: un orizzonte più lungo consente di diluire i costi, ma aumenta l’esposizione al rischio di performance;
• il VAN (Valore Attuale Netto) da conseguire, che deve essere positivo e prossimo allo zero: ciò indica che il progetto è sostenibile e in equilibrio, senza profitti ingiustificati né deficit strutturali.
I due elementi si condizionano reciprocamente e derivano dalle previsioni economiche e finanziarie dell’investimento e della gestione della concessione. In senso opposto, le previsioni economiche e finanziarie del PEF devono essere riviste a seconda della combinazione di durata e VAN che costituiscono obiettivo del PEF.
